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mercoledì 7 maggio 2014

Lamborghini Huracan
il top al top


 

L'Huracán Lp 610-4, la supercar che apre una nuova era in casa Lamborghini, ha mosso i primi passi sulle strade della costa del Sol in Spagna e sul circuito Ascari di Ronda, per dimostrare in che modo continui l'evoluzione della specie delle vetture del Toro di Sant'Agata Bolognese. Annunciata dall'Aventador, la prima Lamborghini con una scocca interamente realizzata in fibra di carbonio Forged Composite, ma se vogliamo anche dalla show car Urus che ha anticipato un paio d'anni il primo Suv della casa emiliana (dovrebbe arrivare nel 2016) ora è affidata all'erede della Gallardo, per l'appunto l'Huracán. Un modello che testimonia l'intenzione della Lamborghini di andare a intrigare nuove schiere di clientela. 

Il compito è supportato da un progetto nuovo da cima a fondo, che include tante innovazioni tecnologiche: dalla prima scocca ibrida del marchio in quanto composta da alluminio e carbonio al gruppo motore (V10 a iniezione diretta di 5,2 litri con 610 cv) e cambio a doppia frizione a 7 marce, dall'ultima evoluzione della trazione integrale a controllo elettronico by Lamborghini allo sterzo a rapporto variabile, all'assetto integrato da ammortizzatori a controllo elettronico (optional), ai freni carboceramici sino alla sofisticata piattaforma inerziale per la gestione del dinamismo. Posta nel baricentro della vettura è formata da 3 accelerometri abbinati ognuno a un giroscopio, controlla tutti i movimenti della scocca sui 3 assi e mette in campo i sistemi di gestione del dinamismo in tempo reale, senza bisogno d'intersecare dati come invece fanno quelle con un solo giroscopio. Ma c'è dell'altro ancora. 

Lo si scopre accomodandosi nell'abitacolo, ben rifinito e adeguatamente spazioso per i due passeggeri, e guidando l'Huracán Lp 610-4. Si tratta della personalità camaleontica di questa Lamborghini, assai differente da quella delle consanguinee di ieri e di oggi. È quella che, per essere chiari, hanno rivali che arrivano da Maranello piuttosto che da Woking (leggi McLaren) piuttosto che da Stoccarda, dove c'è la consanguinea Porsche. In pratica è quella che affianca al temperamento che può arrivare a essere molto, ma molto, incisivo come confermano non solo le prestazioni riportate nella tabella a lato ma anche altri numeri – i 9.9 sec. che impiega per toccare i 200 all'ora piuttosto che l'ottimo rapporto peso/potenza di 2,33 kg/cv propiziato da una massa contenuta in 1.422 kg, simile a quella di molte normali vetture di taglia media – una fruibilità a tutto tondo. 

Questa fruibilità è propiziata anche dalla configurazione ergonomica del posto di lavoro del pilota, che può avvalersi tanto della innovativa strumentazione a cristalli liquidi da 12.3 pollici ampiamente configurabile (praticamente uguale a quella della nuova Audi TT) che pone davanti al campo visivo anche le info di navigazione quanto dal volante multifunzione che ospita i comandi frecce/devioluci/tergi e del sistema digitale di configuarzione vettura che, battezzato elequentemente «Anima», permette di configurare la vettura secondo le modalità Strada, Sport e Pista. Inoltre la fruibilità a 360 gradi di questa sportiva di razza è dovuta, però, sia all'indole del gruppo propulsore sia alla forma atletica, due doti che si intrecciano in ogni condizione di marcia, generando un dinamismo e una guidabilità istintiva e gradevole sempre consoni alla situazione. 

A questi fattori concorrono il temperamento del V10 capace di passare repentinamente da mansueto ed elastico - per dare l'idea si marcia con la settima innestata a poco più di 1.200 giri - a scatenato, specie configurando l'Anima ad hoc, con una tonalità che sottolinea l'ascesa del contagiri sino a quote superiori a 8.000 giri in maniera manifesta sebbene mai brutale, quanto l'equilibrio generale dovuto all'equa ripartizione della massa e al lavoro della trazione integrale, al rigore che può assumere l'assetto (con i settaggi più estremi a scapito del confort) e la precisione dello sterzo a rapporto variabile, che varia demoltiplicazione in funzione della velocità e dei settaggi impostati. Peccato, solo, che quest'ultimo sia optional. Facile da guidare alle andature normali, l'Huracán è appagante quando si forza il ritmo grazie alle possibilità di espressione del motore, agli elevati livelli d'agilità e di tenuta di strada, nonché alla sincerità delle reazioni anche quando si sfruttano le logiche più sportivi dell'Anima, che lasciano maggiore libertà d'espressione alla cavalleria e permettono d'usare l'acceleratore per aumentare le spinte del retrotreno e ottenere un maggiore dinamismo.







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