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sabato 3 maggio 2014

Audi RS6 Avant
 
La nuova RS6 Avant è una vettura che potrebbe attirare su di sè parecchie antipatie. Oppure scatenare una bella dose d’invidia misto rabbia e incredulità.Perché? Provate a immaginare la scena: ci sono una Ferrari FF, una Mercedes SLS AMG e un’Audi R8 V10 che stanno aggredendo i tornanti di montagna per raggiungere St. Moritz.Nello specchio retrovisore vedono arrivare la sagoma di questa RS6 e tutte e tre iniziano a spingere ancora di più per lasciarsi alle spalle quella impertinente familiare, che magari ha anche gli sci sul tetto e il seggiolino per bimbi dietro. Perché una giardinetta, da che mondo e mondo, non può permettersi di far parte di una tale èlite.Le tre supercar forzano sempre più le frenate, escono dalle curve dando fondo a tutte le risorse dei loro potenti motori pluirfrazionati e mettono a dura prova i loro leggeri telai d’alluminio e le raffinate sospensioni sviluppate in pista. Ma la RS6 è sempre lì, incollata agli scarichi delle tre supercar con un sorriso malcelato sulla calandra. NON STIAMO esagerando.Questa scenetta immaginaria potrebbe virtualmente accadere sulla base di quello che abbiamo rilevato presso il nostro Centro Prove. Perché appurato che la RS6 Avant sul dritto fila come un razzo (3”94 sullo 0-100 e oltre 305 km/h effettivi bastano?), l’aspetto che ci ha più impressionato, e per certi versi colto un po’ alla sprovvista, è che le sue doti di handling sono cresciute in maniera spaventosa.Così conciata, questa RS6 è stata dunque capace di tirar fuori numeri davvero impressionanti proprio nel campo meno congenito per questo genere di vetture, la pista. E di conseguenza, fatto ancor più importante per chi guiderà la RS6 Avant, di aver ampliato ancora di più il suo raggio d’azione. Perché il bello di quest’ultima Audi è che può essere davvero una vettura totale: sa essere confortevole e silenziosa quanto una A6 Avant turbodiesel, ma quando sposti tutti i parametri su Dynamic attraverso l’Audi Drive Select cambia carattere come se soffrisse di disturbo bipolare: l’assetto diventa granitico, lo sterzo duro, la trazione quattro spara la maggior parte della coppia verso le ruote posteriori e il V8 cambia voce come fosse posseduto, con un sound dirompente e sonore botte di ritorno in rilascio.

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